#Eremi della Toscana
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La Certosa di Firenze e il suo ultimo segreto.
Certosa di Firenze Seguendo la via Senese, vecchia strada consolare romana, e passato il Galluzzo, ritroviamo un monastero che si staglia in vetta al Monte Santo, una volta chiamato Montacuto. Si tratta della Certosa fiorentina, la terza costruita in Toscana e che, oltre la sua bellezza inconfutabile, nasconde storia e qualche segreto. La sua costruzione è dovuta a Niccolò Acciaioli (1310-1365) un facoltoso e potente banchiere fiorentino ed a lui infatti è dedicata la piazza del Galluzzo. Era il febbraio del 1341 quando l'Acciaioli “...a rimedio dell’anima sua e per la remissione dei suoi peccati” incaricò Giovanni Boccaccio, Coppo Serafini e Ugolino Campi ad interessarsi alla costruzione della Certosa. Predispose gli atti e i denari necessari acquistando i terreni e donandoli all'ordine Certosino. Jacopo Talenti partecipò attivamente ai lavori, ma il progettista della Certosa è tutt'ora sconosciuto, un mistero mai risolto che impedisce di onorare tanta bravura come architetto. I lavori partirono nel 1341 e proseguirono anche dopo la morte di Niccolò Acciaioli nel 1365 infatti si possono realmente considerare conclusi i lavori solo nel 1800 dato che le modifiche e gli ampliamenti si sono susseguiti nel tempo. La struttura si divide in tre complessi che si presentano uniti e separati dal Piazzale della Chiesa, la Certosa propriamente detta in fronte, palazzo Acciaioli e la pinacoteca sulla destra e la foresteria sulla sinistra. Palazzo Acciaioli nelle volontà di Niccolò doveva essere un centro studi ma dopo la sua morte la famiglia Acciaioli non ebbe felici trascorsi finanziari e l'idea non fu mai realizzata. Oggi si può accedere al suo piano più alto, la Pinacoteca che dopo i restauri cominciati nel 1955 e terminati nel 1962 ospita gli affreschi del "Ciclo della passione" di Pontormo. Sempre in questa sala vari quadri di Jacopo Chimenti detto l'Empoli. Nella seconda sala una serie di quadri di autori vari, fra cui Bernardino Mei e Orazio Fidani.
Chiostro dei Monaci. La Certosa propriamente detta è formata da più aree. La chiesa, tre chiostri di cui uno dei monaci eremiti, uno dei monaci conversi e uno detto del colloquio. Le celle dei monaci si dividono su due di essi anche se solo una di queste celle dette eremi è visitabile. Si tratta di uno dei 18 eremi dei Certosini Eremini. Un piccolo appartamento composto da 3 stanze, bagno ed un piccolo giardino personale. I Certosini Conversi accedevano invece alle aree di lavoro, cucinavano per tutti e portavano il cibo agli eremiti presso il loro eremo. Solo la Domenica a pranzo tutti insieme mangiavano nel refettorio, anche se divisi da un muro di legno, e nel primo pomeriggio anche i monaci eremiti potevano conversare fra loro e con i monaci conversi per poi tornare al silenzio e alla preghiera. Sono presenti poi due stanze, una detta il Colloquio con bellissimi vetri piombati e una detta Capitolo dove venivano prese decisioni sulla Certosa e i monaci. Infine la Forsteria, un luogo di soggiorno per ospiti di particolare prestigio, Papi, Vescovi o nobili. Oggi la Certosa è affidata ai monaci Benedettini Cistercensi anche se per poco dato che ci sarà a breve un avvicendamento di ordini ed è aperta al pubblico; un museo dove vedere gli affreschi i quadri, l'architettura del monastero, dai Chiostri alle Celle dei frati, dalle Cappelle alla Pinacoteca. La Certosa inoltre ha una fine distilleria e produce liquori fra cui il fiorentino Alchermes.
Resti della parte terminale del cunicolo. Qual'è l'ultimo segreto della Certosa fiorentina? Un cunicolo, un passaggio segreto scoperto per puro caso. Quando fu scelto Montacuto per ospitare la Certosa fu si per la sua posizione elevata, ma anche perchè convergevano attorno al monte i due torrenti Ema e la Greve che potevano garantire una buona difesa del Monastero e un' isolamento adeguato a quello che era una vita religiosa. Questa scelta impose però di dover costruire grossi muri di contenimento i quali oltre che rendere bellissima e affascinante la Certosa la sorreggono dall'erosione delle acque. Erosione che comunque avviene è quindi, nel tempo, si necessita di nuovi interventi di consolidamento.
Imbocco del cunicolo ricostruito. Oggi dopo oltre 700 anni questo intervento era necessario e proprio da questo restauro della cinta muraria si è ritrovato nel 2014 l'imbocco di questo cunicolo di un'altezza di circa un metro e mezzo e largo 80 centimetri. Il cunicolo era pieno di detriti parzialmente rimossi permettendo di mettere in luce la volta ma non a sufficienza per capire dove termina all'interno della Certosa. Si tratterà di un antico passaggio segreto oppure semplicemente di un antico scarico fognario? Per saperlo dovremo aspettare che sia sondato per intero, certo la fantasia galoppa immaginando uscite notturne di qualche frate chi sa per quale destinazione. Peccato che ancora oggi nel 2017 non sia stato sondato. Sito ufficiale del monastero
Jacopo Cioni Read the full article
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Monte Senario: viaggio alle origini dei Serviti/ Discovering the Servite Order roots.
Monte Senario: viaggio alle origini dei Serviti/ Discovering the Servite Order roots.
In Toscana hanno avuto origine moltissimi ordini religiosi. Camaldoli e Monte Oliveto Maggiore sono sulle mappe di tutti gli amanti dell’arte e della spiritualità, potendo offrire ricchezze artistiche oltre che spirituali. Meno conosciuto è il Sacro Eremo di Monte Senario, luogo di grande suggestione immerso tra gli splendidi boschi del Mugello, la casa madre dell’Ordine dei Servi di Maria…
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La Montagnola Senese
una delle aree più belle per appassionati di
trekking, mountain bike, escursionismo e tanto altro
Castello di Montarrenti a Montagnola
Fortunati sono gli abitanti nelle vicinanze di Siena o Monteriggioni, hanno una delle più vaste aree verdi della zona, con la possibilità di svolgere molteplici attività, da quelle sportive a quelle artistico-culturali, da quelle naturalistiche a quelle esplorative, la Montagnola Senese è considerata un Sito di interesse Comunitario, SIC, per la conservazione degli habitat naturali e seminaturali.
Ma questa bellissima e interessante zona, è anche per chi ama fare un po’ di campeggio, infatti nelle vicinanze si trova il Campeggio LaMontagnola e tutti quelli che vogliono passare un po’ di tempo a esplorare questa area naturale, è un ottimo campo base.
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Perché è così interessante e ricca la Montagnola Senese
Poche zone vantano la versatilità a diversi campi d’interesse come questa.
Nonostante la Montagnola Senese, sia stata popolata fin dall’epoca del neolitico, documentato dal ritrovamento nella grotta, detta del Chiostraccio, di uno scheletro di “Homo sapiens“, completo ed in ottimo stato di conservazione, risalente a 15.000 anni fa, considerato l’uomo più antico della Toscana ed uno dei più antichi d’Italia e dalle popolazioni etrusche, anch’esse documentate dal ritrovamento di due necropoli etrusche, una a Toiano ed una a Rosia, Area Archeologica Attrezzata di Malignano, con ingresso libero e ad una sepoltura con corredi funebri nella Grotta dei Salami, visita su richiesta perché proprietà privata, ha conservato tutta la sua naturalità e diversità di habitat, dando rifugio a molte specie animali alcune anche in via d’estinzione.
Castello di Celsa alla Montagnola Senese
Un territorio attraversato dalla via Francigena e di conseguenza ricco di castelli, pievi ed eremi, in zona per gli amanti della speleologia, sono localizzate oltre 70 grotte e l’antico Lago di Santa Colomba, prosciugato un paio di secoli fa, grazie ad una galleria di oltre 2 chilometri, ancora funzionante e percorribile a piedi.
Il sito dove avviene l’estrazione del marmo giallo di Siena,usato per la Cattedrale e di una particolare pietra da costruzione, la “pietra da torre“, inoltre qui è la culla dell’allevamento dell’antica razza suina della cinta senese.
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Flora e fauna della Montagnola Senese
La Montagnola è ricoperta da un esteso bosco, dove Leccio e Quercia, sono le essenze principali, mentre il Cerro, la Rovella e i Castagneti da frutto sono presenti in maniera minore e in fase di emergenza vegetazionale.
Il bosco oltre a dar modo alla specie suina della cinta senese, una delle poche razze autoctone a essere sopravvissuta, dopo l’arrivo di quelle più redditizie danesi e inglesi, a pascolare liberamente e cibarsi di ghiande, è rifugio di rapaci, come il Gheppio, il Biancone, lo Sparviero, di pipistrelli minacciati d’estinzione, di cui le grotte carsiche della zona sono rifugio.
E’ inoltre possibile vedere due specie d’insetti, che vivono esclusivamente alla Montagnola, il Leptotyphlus senensis ed il Troglorhynchus latirostris, due coleotteri somiglianti alle coccinelle.
Area di Pian del Lago con l’Obelisco del Granduca
Il Lago scomparso
Non è dovuto a un mistero ma da opera umana, nell’area pianeggiante chiamata “Pian del Lago”, una depressione, causata dal crollo di alcune caverne sotterranee, unica in tutta la Toscana, era fino all’epoca del Granducato di Toscana, fine 1500, occupato da un grande lago, che in quel periodo venne svuotato per bonificare la zona e le cui acque stagnavano, poiché non trovavano uno sbocco,creando conseguentemente danno alle campagne.
Venne svuotato facendo defluire le acque, tramite una galleria lunga 2173 metri, oggi segnata come sentiero CAI e percorribile in circa un’ora, chiamata “Galleria del Granduca”, attrezzati di stivali e torcia, partendo fra i poderi Casalino ed Osteriaccia e il termine sul torrente Rigo, all’Obelisco del Granduca, dove è stata attrezzata un’area pic-nic.
Un gentiluomo senese, Francesco Bindi Sergardi, proprietario di molti terreni nella zona, diede inizio all’impresa di bonifica dell’area di Pian del Lago, per risolvere il problema delle acque che si impaludavano, rendendo insalubre tutta la zona, la malaria arriv�� a minacciare Siena.
Ma a causa di tale dispendio di risorse economiche,restò privo di mezzi e solo con l’intervento di Leopoldo I, l’area poté essere bonificata completamente e resa fertile, il lago era molto esteso e profondo non più di 3 metri, vi si praticava una ricca pesca e una ricca caccia e dopo che la galleria fu attivata, esso si prosciugò in due giorni e ancora oggi assolve il suo compito.
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I siti e l’architettura
Come già detto, lungo tutta l’estensione della Montagnola Senese, si trova una straordinaria concentrazione di borghi e torrioni, ville rinascimentali, eremi e castelli, case contadine, pievi e romitori, cappelle e tabernacoli, pozzi e fontane, e persino antichi bagni termali, tutti con caratteristiche architettoniche particolari, da visitare per la loro genuinità e semplicità.
I loro nomi richiamano le loro vecchie funzioni, Fungaia, Marronetone,dove si trova secondo il Corpo Forestale, il Castagno più vecchio della Toscana, potrebbe avere 1.000 anni, Poggio ai Legni e Cetinale, per le risorse forestali.
Mentre per le attività estrattive, si trovano Marmoraia e Ferriera, Bagnaia, Caldana e Piscialembita, per la ricchezza d’acqua, anche termale.
Le antiche dimore signorili sono Palazz’Albero, Palazzo al Piano, Palazzone e Palazzaccio, mentre l’antico luogo di sosta lungo la via Francigena è Osteriaccia.
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Uno dei piccoli borghi della Montagnola Senese
Villa Cetinale a Montagnola Senese
Poggio al Fumo, per i vapori che d’inverno escono dalle grotte, dove la temperatura è più alta di quella esterna e Bosco al Lupo che evoca ricordi e paure di un passato non lontano.
Nei pressi di Ancaiano, nel comune di Sovicille, si trova la bella Villa di Cetinale, della quale si può visitare il giardino.
Costruita alla fine del ‘600 dalla potente famiglia Chigi in onore di Fabio, diventato Papa col nome di Alessandro VII, il suo “giardino degli agrumi“, è considerato uno dei più belli d’Italia, in quanto la tradizione rinascimentale è arricchita da significati religiosi, è’ formato da aiuole a prato o con fioriture stagionali, delimitate da siepi di bosso sagomate a forma di pavone, il tutto arricchito da statue e da un viale erboso di cipressi che crea una lunga prospettiva sulla collina boscosa su cui sorge l’Eremo della Scala, costruito qualche anno dopo.
Abbadia a Isola a Montagnola
Escursionismo e trekking
La Montagnola Senese è percorsa da 20 sentieri numerati, del CAI per un totale di 35 ore di percorrenza.
Tra i percorsi di particolare interesse di “Camminare la Montagnola” abbiamo:
la Grande Traversata, circa 12,5 chilometri, per 4 ore e 30 di camminata, un itinerario di interesse ambientale, naturalistico e storico che consente di traversare la parte centrale della Montagnola.
Inizio da Castel Petraia e sale fino al Castellare, passando per Montauto e Casa Giubileo, si ripercorre parte del tragitto dell’Anello Storia e Memoria, si arriva a Fungaia e alla Villa di S. Colomba, per poi proseguire alla volta dell’Eremo di S. Leonardo al Lago e alla Piramide, al termine della Galleria del Granduca.
Chiesa di san Lorenzo Colle Ciupi di Montagtnola
l’Anello di Fungaia,12,5 chilometri e 4 ore e 30 di camminata, di fronte il Pian del Lago, con inizio a Fungaia e transitando per Il Caggio, il castello medievale de La Chiocciola e Riciano raggiunge Colle Ciupi, piccolo borgo immerso nel verde, con la piccola chiesa a S. Lorenzo.
Un breve tratto di andata e ritorno, si sale fino al Castellare, per ridiscendere a Fungaia.
l’Anello Storia e Memoria, il più intenso dal punto di vista escursionistico, 15 chilometri e 4 ore di camminata, partendo da Abbadia a Isola e proseguendo per Castel Petraio, le tracce lasciate dalla storia più remota si intensificano, a partire dal periodo etrusco fino all’epoca moderna, l’uomo ha lasciato le sue tracce in maniera intensa, modificando i tratti del paesaggio e trasformando gli antichi insediamenti fortificati in poderi.
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Lungo le antiche impronte di castelli come Montauto, S. Giovanni, Castellare si affiancano alle testimonianze legate alla memoria recente della guerra partigiana che ha attraversato questi luoghi, segnandoli con un feroce eccidio partigiano a Casa Giubileo.
Deviando per il segnavia CAI 100, si possono ripercorrere le tappe di questo evento, attraverso locandine informative e giungere brevemente ad Abbadia a Isola.
Gli itinerari ed i percorsi per mountain bike “Pedalare sulla Francigena” propongono i tracciati della Gran Fondo Castello di Monteriggioni, composto in prevalenza di strade bianche e pochi tratti di asfalto. I tracciati sono tre, di diversa difficoltà.
per concludere una gita o un soggiorno alla Montagnola Senese, accontenta tutti i gusti, dagli appassionati di botanica, di zoologia, di geologia o speleologia, dei cercatori di funghi e di minerali, ed anche degli esperti di architettura, di arte medievale e di archeologia.
Montagnola Senese trekking mountain bike e tanto altro La Montagnola Senese una delle aree più belle per appassionati di trekking, mountain bike, escursionismo e tanto altro…
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